top of page

OK AL SECOND HAND

Ma andateci piano…



In un mondo pieno di incognite e di imprevisti, pare il thrifting, pratica che consiste nell’acquistare abiti che sono già stati indossati, stia vivendo una crescita senza precedenti.

Tra i vincoli di approvvigionamento del mercato primario (prezzi sempre più alti e marketing selvaggio), i problemi di inflazione e l'accelerazione della crisi climatica, gli acquirenti e i venditori si rendono conto del valore economico, ambientale ed emotivo del resell.

Tuttavia, pare che il principale motore sia stato un cambiamento nei comportamenti e nei valori dei consumatori. Infatti, secondo il report di TheRealReal se c'è una cosa che è emersa chiaramente quest'anno è che i consumatori vogliono sentirsi bene quando fanno acquisti.



- Prospettive di crescita del second hand

Sebbene una parte di ciò derivi dal desiderio di acquistare in modo responsabile - il 43% degli acquirenti afferma che la sostenibilità è un fattore decisivo per gli acquisti - si tratta anche del desiderio di un'esperienza di shopping piacevole, persino divertente.

Ora più che mai la rivendita è il luogo in cui il cuore incontra la testa, ed è ciò che continuerà a prevalere nel modo in cui le persone fanno acquisti.

D’altro canto, se è vero che la GenZ ha dimostrato un insolito interesse per le questioni legate alla tutela ambientale, è anche vero che è inondata da opzioni di acquisto che rendono più facile che mai il consumo privo di buon senso, incentivato da applicazioni di compravendita che favoriscono l’interscambio anche a livello internazionale di capi d’abbigliamento a prezzi molto ridotti. Va inoltre precisato che anche il trasporto è un fattore altamente inquinante.



Lo studio realizzato da BCG in collaborazione con Vestiaire Collective rivela come ad oggi il valore stimato della rivendita oscilla tra i 100 e i 120 miliardi di dollari in tutto il mondo, ossia più del triplo rispetto al 2020.

Le stime dicono anche che nei prossimi dieci anni il secondhand potrebbe raddoppiare il proprio giro d’affari, finendo per “colonizzare” il resto di un mercato in cui le grandi maison e il fast fashion resteranno stabili mentre i grandi magazzini e i retailer generalisti di fascia medio-bassa perderanno progressivamente terreno.




Comments


bottom of page